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TRUFFA: come si configura e come difendersi

TRUFFA: come si configura e come difendersi
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La truffa è un reato contro il patrimonio compiuto per mezzo della frode.

È previsto e punito a norma dell’art. 640 del codice Penale italiano, dove viene stabilito che “Chiunque, con artifizi o raggiri, inducendo taluno in errore, procura a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno, è punito con la reclusione da 6 mesi a 3 anni e con la multa da 51 euro a 1.032 euro”.

Al giorno d’oggi le truffe sono sempre più frequenti. Non solo i classici raggiri dei call center o le sempre più frequenti “truffe dello specchietto”: la rapida diffusione dei nuovi mezzi di comunicazione, infatti, ha amplificato tale fenomeno in maniera esponenziale anche sul web dove i rischi sono maggiori in quanto non è possibile verificare la situazione di persona.

Ad ogni modo, la vittima ha la possibilità di difendersi denunciando il fatto alle forze dell’ordine, per attivare un procedimento penale nei confronti del colpevole, e può costituirsi parte civile nel processo per ottenere un risarcimento dei danni.

Cos’è una truffa?

A differenza di altri reati contro il patrimonio, come il furto o la rapina, nel caso della truffa vi è un consenso della persona offesa, ma questo consenso viene ottenuto illegittimamente sulla base di una falsa e fraudolenta rappresentazione della realtà. A tal proposito, si dice infatti che la truffa è un reato a cooperazione artificiosa o inconsapevole della vittima.

Il delitto di truffa, infatti, si configura come reato in contratto poiché il legislatore non incrimina il contratto in sé, che può essere sostanzialmente lecito, ma le modalità aggressive della condotta altrui che tendono appunto a estorcere il consenso della vittima attraverso una sua induzione in errore.

Perché cadiamo nelle truffe?

Secondo la “psicologia delle truffe” cadere in una truffa, è il risultato di un errore durante il processo decisionale, che scaturisce dalla creazione delle situazioni di truffa (la cosiddetta “offerta di truffa”). In questo processo sono coinvolti sia elementi cognitivi (ad esempio, un eccesso di fiducia in un argomento specifico), sia fattori emotivo-motivazionali (la truffa innesca emozioni positive). Le persone più attente all’“autorità” e con emozioni positive legate a premi o benefici possono essere, con più facilità, potenziali vittime. Ad esempio, se nell’offerta si usano soggetti o istituzioni riconosciute, insieme a possibili vincite di premi, la suddetta truffa potrà agganciare più vittime sensibili all’autorità e con emotività positive legate al guadagno.

Alcuni degli errori decisionali, comunque, non sono altro che il risultato di strategie di marketing, utilizzate anche da chi mette in atto truffe online, come la strategia del “piede nella porta”, che consiste nel chiedere alla vittima un impegno, non troppo oneroso, per poi fare richieste sempre più impegnative. Essenzialmente, questa tecnica, mostra che le persone che rispettano la prima piccola richiesta sono inclini a soddisfare le richieste successive, quelle più onerose, a causa del loro desiderio di rimanere coerenti.

Come evitare di essere truffati?

Per evitare di ritrovarsi in situazioni ambigue con spiacevoli epiloghi è bene tutelarsi attraverso la ricerca di informazioni.

Negli acquisti in generale e, in particolare in quelli online il passaparola, il feedback degli utenti e le ricerche in Internet sono fondamentali. Più notizie si riusciranno a reperire e meno possibilità si avranno di incappare in situazioni ambigue. Informarsi sull’azienda e sulle persone che ne fanno parte è fondamentale e ad oggi i mezzi per farlo sono tanti.
Intanto, è bene consultare i portali specializzati per sapere se un’azienda esiste davvero. Il portale InfoImprese delle Camere di Commercio Italiane permette verificare la ragione sociale dell’azienda, l’indirizzo della sede legale e il numero della partita Iva. Quest’ultima, poi, può essere controllata ulteriormente grazie al portale delle Agenzie delle Entrate.

In ultimo, è fondamentale sfruttare anche le ricerche su Google e i numerosi social network (Facebook, Linkedin, etc), attraverso i quali è possibile conoscere virtualmente chi lavora all’interno dell’azienda, così da farsi un’idea più precisa delle persone con le quali si entrerà in contatto. Esperienze lavorative, eventuali cause in corso o passate, sono visionabili su internet e abbastanza reperibili.

Spesso però i mezzi sono limitati e non bastano o non ci danno sufficiente tranquillità. Per questo è utile affidarsi anche a metodi più sicuri e certificati come il servizio BASIC PLUS di Clipeo che fornisce una visione dettagliata e precisa di chi avete di fronte.

Fonte: quifinanza.it/stateofmind.it

 

 

 

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