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Settimana corta: nuova rivoluzione nel mondo del lavoro?

Settimana corta: nuova rivoluzione nel mondo del lavoro?
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La settimana lavorativa di 4 giorni arriverà anche in Italia. Ad annunciarlo è il gruppo Gruppo Magister (di cui fanno parte, tra le altre, l’agenzia per il lavoro Ali e Repas), una delle più grandi aziende di gestione dei buoni pasto, che da febbraio proporrà, su base volontaria, un nuovo modello di organizzazione del lavoro, con più smart working e la possibilità di lavorare 4 giorni a settimana, invece che 5, a parità di stipendio.


I dati sul lavoro

Secondo l’Organizzazione mondiale del lavoro delle Nazioni Unite (Ilo), al 2018 il 31,6% delle persone nel mondo lavorava oltre 48 ore settimanali, parallelamente ad un rallentamento nella crescita degli stipendi. Un altro studio pubblicato sul Sole 24 ore nel 2019, condotto dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Osce), inoltre, ha constatato che l’Italia è il paese della zona euro dove si lavorano in media più ore a settimana: con 33 ore complessive, si posiziona dopo Grecia e Estonia. Si tratta di ben 3 ore in più rispetto alla media degli altri Paesi, e molte di più rispetto alla Germania, dove il totale è di 26, dei Paesi Bassi con 28, e di Lussemburgo, Austria e Francia, dove si lavora per 29 ore a settimana. In aggiunta a questo, l’Italia si trova in fondo alla classifica che misura la crescita della produttività, evidenziando come monte ore e risultati positivi non siano esattamente collegati.

Il successo della settimana lavorativa da 4 giorni

Il più recente e più grande esperimento al mondo è stato svolto nel Regno Unito a partire dallo scorso giugno, con 3.300 lavoratori e 70 aziende coinvolte. Il progetto pilota, organizzato dalla ong 4 Day week global assieme al think tank Autonomy e alle università di Cambridge, Oxford e Boston, si basa sul cosiddetto modello 100:80:100. Continuando a ricevere il 100% dello stipendio, lavoratori e lavoratrici restano in servizio per l’80% delle ore previste, impegnandosi a mantenere il 100% della produttività.

Secondo Forbes, a sei mesi dall’inizio della sperimentazione, la produttività è migliorata per quasi la metà delle aziende. In particolare:

  • il 34% ha dichiarato che la produttività è “leggermente migliorata”
  • il 15% che è “migliorata in modo significativo”
  • per il 46% è rimasta invariata, nonostante tutti lavorino un giorno alla settimana in meno
  • l’86% degli intervistati ha confermato di voler continuare con questo modello

Questa rivoluzione dell’orario di lavoro fa da apripista ad altre sperimentazioni italiane tutte accomunate dal tentativo di dare una risposta ad alcune grandi
questioni che già esistevano, ma che sono state enfatizzate dal biennio di emergenza sanitaria:

  • Maggiore domanda di bilanciamento tra lavoro e vita personale, testimoniata non solo dal controverso fenomeno delle “grandi dimissioni”, ma anche e soprattutto, dalla crescita costante d’importanza che i lavoratori assegnano ad alcuni beni intangibili come la quantità e qualità di tempo libero.
  • Ricerca di una maggior produttività del lavoro, orientata a fissare obiettivi e valutare i risultati conseguiti, e sempre meno legata al tempo di svolgimento della prestazione.

Il progetto del Gruppo Magister

Tra le rare iniziative in questa direzione, è da segnalare la sperimentazione che il Magister Group ha deciso di lanciare dal prossimo febbraio. Il nuovo regolamento aziendale prevede, infatti, la riduzione secca della settimana lavorativa da cinque a quattro giornate, con un orario complessivo settimanale di 32 ore, a parità di trattamento economico e normativo. Questa misura, si legge nel regolamento, potrà diventare strutturale al termine della sperimentazione previa verifica della sostenibilità della nuova articolazione dell’orario, ed è accompagnata da un monitoraggio e valutazione dei livelli di performance qualitative e quantitative raggiunte.

È probabile che nei prossimi mesi spunteranno nel mercato altre esperienze sperimentali ispirate dalla stessa finalità di rispondere alla domanda d’innovazione proveniente dai fenomeni di cui si faceva cenno prima: sarà importante monitorare con attenzione i risultati di questi progetti, per capire se e come potranno contribuire al miglioramento del mercato del lavoro.

Il Servizio Screening di Clipeo

Il presupposto di questi grandi cambiamenti si basa soprattutto sul rapporto tra dipendente e datore, che deve essere di massima fiducia e rispetto dell’attività lavorativa.
Per evitare o ridurre la probabilità di avere dipendenti poco corretti e dediti ad atti che violano la fiducia lavorativa, è possibile effettuare un’indagine preventiva su chi si ha di fronte.
Grazie al servizio SCREENING di Clipeo è possibile avere una fotografia nitida e dettagliata del soggetto che si sta per assumere o che lavora già per la vostra azienda, al fine di evitare di affidarsi alla persona sbagliata.

Fonte: Il Sole 24 Ore/Wired.it

 

 

Screening
  • Verifica dei dati anagrafici del soggetto
  • Accertamento residenza
  • Domicilio
  • Nucleo familiare attuale e originario
  • Riscontro sull’attività lavorativa svolta arricchito da elementi reddituali, verifica delle precedenti attività lavorative
  • Rilevazione e attualizzazione di eventuali partecipazioni e interessi imprenditoriali del soggetto e del coniuge, con riferimento anche a cariche recesse
  • Patrimonio immobiliare
  • Ispezione delle Negatività ufficiali come protesti e pregiudizievoli
  • Indagine reputazionale sul soggetto
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