Il tuo ex marito non paga l’assegno di mantenimento? Ecco come tutelarsi!
Come fare se il vostro ex marito non paga l’assegno di mantenimento adducendo a scuse riguardo la sua situazione economica?
Come capita molto spesso, le cause di divorzio e separazione non sono mai prive di problemi legati per lo più ai disaccordi tra i due ex coniugi. Accade infatti che le richieste di mantenimento della ex moglie, per varie ragioni, non vogliano essere soddisfatte dalla controparte. A volte per ripicca, a volte per effettiva difficoltà economica da parte dell’ex marito, non si riesce a trovare un accordo sulla cifra dell’assegno di mantenimento e vengono così a mancare quelle tutele che dovrebbero essere garantite in fase di divorzio.
Quali sono le tutele verso la donna?
Esistono diversi mezzi a tutela della donna che abbia timore di non percepire l’assegno di mantenimento. La legge mette a disposizione diversi strumenti, sia prima che dopo la sentenza di separazione o divorzio. Si va, infatti, dalla possibilità di chiedere un’azione revocatoria contro atti di disposizione del patrimonio, all’obbligo di pagamento di una percentuale dello stipendio impartito al datore di lavoro. In più c’è la possibilità di avviare un pignoramento e, se dal mancato mantenimento vengono a mancare i mezzi di sussistenza per moglie e figli, si può procedere a una denuncia penale.
Come viene tutelato l’assegno di mantenimento?
A tutela dell’assegno di mantenimento esistono vari mezzi attuabili sia durante che dopo la causa di separazione o divorzio. Vediamone alcuni:
1. L’azione revocatoria
Questo tipo di causa ha lo scopo di rendere inefficaci qualsiasi tipo di vendita o donazione effettuate a frode dei creditori, ivi compresi quelli che ancora non sono tali a tutti gli effetti (perché il loro credito è in corso di accertamento con una causa). Se per esempio, il marito cede in modo fittizio le sue azioni di una Spa ad un prestanome, o venda un terreno ad un amico, la moglie può tutelare il proprio credito per l’assegno di mantenimento con l’azione revocatoria.
2. Il sequestro
Se il marito non paga l’assegno di mantenimento, la moglie può rivolgersi al giudice, il quale può disporre il sequestro di una parte dei beni del marito stesso. Per richiedere il sequestro devono verificarsi inadempimenti o ritardi nel pagamento. Il provvedimento si può attuare anche in caso di separazione se si sono già verificate tali condizioni.
3. Ordine di pagamento diretto al datore di lavoro
In caso di inadempienza, la moglie può chiedere al tribunale di ordinare all’azienda in cui lavora l’ex marito, di pagare direttamente a suo favore un parte delle somme a lui dovute. Si tratta di un provvedimento diverso rispetto al pignoramento (il quale, come noto, comporta il “blocco” del quinto dello stipendio all’esito di un procedimento di esecuzione forzata). Per attuare questo provvedimento ci si può rivolgere al datore di lavoro, all’ente erogatore della pensione, all’inquilino di un immobile dato in locazione dal coniuge, ecc.
4. Pignoramento
Nel caso in cui non venisse versato l’assegno di mantenimento, la moglie può richiedere il pignoramento dei beni dell’ex marito: auto, immobili, stipendio e conti correnti. Per fare questo è necessario redigere preventivamente un atto di precetto e farsi assistere da un avvocato. Il procedimento può avere risultati solo nella misura in cui l’uomo non sia totalmente nullatenente.
5. Denunciare o querelare
La legge punisce chi fa mancare i mezzi di sussistenza al coniuge. La pena prevista è la reclusione fino ad un anno e il pagamento di una multa che va da 103 a 1032 euro.
Come fare quindi per essere sicuri della situazione economica dell’ex coniuge?
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