Credito

La cancellazione di una Società non significa la fine del recupero crediti. Ecco cosa fare.

Scopri in questo articolo come puoi utilizzare il servizio DETECT PLUS PERSONA GIURIDICA
Pensato per
Azienda
Fornisce informazioni su
Azienda Settore Vetture
da 174,00 € + IVA

Quando un’impresa cessa la propria attività lasciando debiti non pagati, per il creditore si apre una fase delicata e spesso frustrante.

La chiusura formale di un’azienda, infatti, può far pensare che ogni tentativo di recupero sia destinato a fallire. In realtà, non è così. Anche in presenza di cancellazione dal registro delle imprese o di apparente irreperibilità del debitore, esistono margini di azione. La normativa, insieme alla giurisprudenza consolidata, offre strumenti concreti per tutelare il creditore, purché la situazione venga analizzata con competenza e tempestività.

La natura giuridica dell’impresa: un punto di partenza fondamentale

Il primo passo per valutare la strategia di recupero è comprendere con precisione quale fosse la forma giuridica dell’azienda debitrice. Una ditta individuale, ad esempio, non prevede distinzione tra patrimonio personale e patrimonio aziendale: il titolare, anche dopo la cessazione dell’attività, continua a rispondere con i propri beni presenti e futuri. Una società di persone, come una S.n.c., comporta la responsabilità personale e solidale dei soci, il che significa che ciascun socio può essere chiamato a rispondere per l’intero ammontare del debito, anche a seguito della chiusura della società. Diverso è il caso delle società di capitali, in particolare S.r.l. e S.p.A., dove la responsabilità è limitata al patrimonio della società. Tuttavia, questa limitazione può venire meno se emergono elementi di mala gestione, omissioni contabili, distrazioni patrimoniali o comportamenti in frode ai creditori da parte degli amministratori.

La cancellazione dell’impresa non estingue i debiti

Un errore comune tra i creditori è quello di considerare la cancellazione dal Registro delle Imprese come una sorta di “morte giuridica” della società. In realtà, la Corte di Cassazione ha chiarito in più occasioni che i debiti della società non vengono estinti con la cancellazione, ma si trasferiscono in capo ai soci, nei limiti di quanto da essi eventualmente percepito in sede di liquidazione. Inoltre, nel caso in cui vi siano state irregolarità nella gestione o nel processo di chiusura, può emergere la responsabilità personale degli amministratori. È dunque fondamentale accertare come si è conclusa l’attività d’impresa, se è avvenuta una reale liquidazione, se i beni sono stati distribuiti correttamente e se vi sono state operazioni pregiudizievoli per i creditori.

Il fallimento: quando c’è, quando si può chiedere

Nel caso in cui l’azienda debitrice sia stata oggetto di procedura fallimentare, oggi denominata liquidazione giudiziale, il creditore ha il diritto di insinuarsi al passivo, previa verifica dello stato del credito e del rispetto dei termini stabiliti dal curatore. Ma ci sono situazioni in cui la società chiude senza avviare alcuna procedura, pur avendo un’esposizione debitoria rilevante e uno stato evidente di insolvenza. In questi casi, il creditore ha facoltà di proporre un’istanza di fallimento, allegando la documentazione necessaria a dimostrare l’esistenza dei presupposti. Questo passaggio, se ben gestito, può riaprire la strada a un recupero almeno parziale, soprattutto se vengono individuati beni nella disponibilità della società o dei suoi rappresentanti.

La continuità aziendale e le intestazioni fittizie

Un aspetto che merita particolare attenzione è quello della continuità aziendale sotto altra forma. Succede spesso che una società venga chiusa formalmente, ma l’attività venga proseguita attraverso una nuova realtà intestata a terzi – spesso familiari o collaboratori fidati – pur mantenendo gli stessi clienti, la medesima sede e perfino gli stessi dipendenti. In questi casi, è possibile avviare un’azione per dimostrare la continuità economica e patrimoniale, e quindi agire nei confronti della nuova società, richiedendo eventualmente anche un sequestro conservativo per evitare la dispersione dei beni.

L’importanza delle indagini patrimoniali

Per comprendere se il recupero del credito sia ancora possibile ed economicamente sensato, occorre ricostruire la situazione patrimoniale e finanziaria del soggetto debitore. È spesso in questa fase che emergono elementi decisivi. Non sono rari i casi in cui, a fronte di una chiusura societaria, il soggetto coinvolto continui ad avere un tenore di vita elevato, a possedere immobili intestati a terzi, a detenere partecipazioni in nuove società o ad operare, di fatto, in continuità con la precedente attività sotto altro nome. In tutti questi casi, una buona indagine patrimoniale consente di raccogliere informazioni documentate che costituiscono la base per un’azione legale efficace, evitando tentativi inutili e costosi.

Strumenti come DETECT PLUS di Clipeo offrono un’analisi dettagliata e completa delle risorse economiche di persone fisiche e giuridiche, permettendo di identificare immobili, partecipazioni, redditi e altri beni che possono essere oggetto di azioni esecutive. Questo tipo di indagine rappresenta quindi una base indispensabile per pianificare interventi mirati, come la notifica di atti giudiziari, esazioni domiciliari o pignoramenti, riducendo il rischio di azioni inefficaci e ottimizzando le possibilità di recupero anche in situazioni complesse.

Detect Plus Persona Giuridica
  • Verifica dei dati anagrafici del soggetto
  • Rilevazione e attualizzazione di eventuali interessi imprenditoriali degli esponenti
  • Il report prevede ricerche specifiche volte ad individuare a nome degli esponenti individuati partecipazioni in società di capitali, proprietà immobiliari e di eventuali veicoli
  • Elenco negatività
  • Relazioni bancarie
  • Ultimi 3 bilanci e Analisi finanziaria
  • Informazioni sulla recuperabilità
da 174,00 € + IVA

Inserisci la tua mail per ricevere la demo del report Detect Plus Persona Giuridica

Lascia un commento.