Mantenimento moglie: quando è reato non mantenere la moglie separata?
Tra le soluzioni più drastiche nei confronti dell’ex coniuge che non versa l’assegno di mantenimento c’è sicuramente quella della responsabilità penale.
La denuncia e il rinvio a giudizio nei confronti di chi fa mancare i mezzi di sussistenza all’ex moglie e ai figli è sicuramente un mezzo più incisivo di qualsiasi altro procedimento civile e persino del pignoramento. Di contro, però, nel penale è necessario rispettare il «principio di colpevolezza» che richiede la sussistenza, dietro la condotta illecita, di un dolo o di una colpa. Per cui, laddove non vi dovesse essere una di queste due ipotesi, non ci sarà neanche il reato. Non mantenere la moglie separata è reato, dunque? Non sempre. E in questo c’è una grossa differenza rispetto invece al mantenimento per i figli, per i quali la legge predispone una tutela più forte. A fare il punto della questione è stata una sentenza pubblicata dalla Cassazione.
Mancato mantenimento moglie: condizioni per il reato
Il reato di sottrazione agli obblighi di assistenza familiari non scatta solo per il fatto di non aver versato il mantenimento fissato dal giudice o, in assenza di separazione, per aver fatto mancare a moglie e figli i mezzi di sopravvivenza. Sono necessari altri presupposti:
-
la vittima deve trovarsi in stato di bisogno: cioè non deve possedere un proprio reddito e non deve essere in grado di mantenersi da sola. Ad esempio, il marito che lascia la moglie senza mantenimento, quando questa ha già un reddito più che adeguato per mantenere un tenore di vita decoroso non commette reato;
-
il responsabile deve avere la concreta capacità economica e fisica di fornire i mezzi di sussistenza. Affinché scatti il reato occorre, quindi, che l’obbligato sia in grado di fornire i mezzi di sussistenza dovuti. Se invece si trova nell’impossibilità assoluta e incolpevole di somministrare tali mezzi, il reato è escluso;
-
la mancata assistenza deve avere l’effetto di far mancare totalmente o solo in parte i mezzi di sussistenza, ovvero i bisogni elementari dell’esistenza e le spese per l’istruzione dei figli.
La sentenza della Cassazione
Alla luce di questo, la Cassazione ha affermato che, per far scattare il reato di sottrazione agli obblighi di assistenza familiari è necessario verificare prima se dietro l’inadempimento dell’uomo c’è davvero una volontà di violare gli obblighi previsti dalla legge; non è punibile pertanto chi non riesce a far fronte al pagamento a causa delle precarie condizioni economiche. Le suddette circostanze escludono la riconducibilità dell’inadempimento alla indicata volontà. Dunque, quando il mancato versamento dell’assegno di mantenimento alla moglie esprime una difficoltà di ordine economico alle cui conseguenze si sarebbe trovato esposto l’avente diritto anche in costanza di matrimonio non ci può essere alcuna condanna penale.
Non è la prima volta che la Cassazione afferma questo principio: con precedenti analoghi, la Corte ha già stabilito che, per evitare il reato, il coniuge inadempiente deve provare l’assoluta incapacità a ottemperare agli obblighi materiali contenuti nella pronuncia di separazione come nel caso di perdita incolpevole del lavoro e protratto stato di disoccupazione nonostante i tentativi a cercare una nuova occupazione.
Come fare per sapere se l’ex coniuge è in grado di pagare l’assegno di mantenimento moglie?
Se l’ex coniuge non dovesse adempiere agli obblighi di mantenimento affidati a Jobank, il servizio di Clipeo propedeutico al recupero di un credito, che, attraverso un’indagine mirata porta all’individuazione delle due più importanti patrimonialità aggredibili di un soggetto: gli emolumenti derivanti dallo stipendio/pensione e le relazioni bancarie in essere.